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anno 2006 numero 9 SETTEMBRE pag. 22 |
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anno 2005 numero 8 AGOSTO pag. 262 e seguenti |
Nel fuoristrada la taratura delle sospensioni richiede una specificità relativa al pilota superiore che in velocità in quanto la componente peso del pilota costituisce una variabile che ha un’incidenza sul comportamento della moto molto maggiore. Una moto da corsa mediamente bella (parliamo di derivate di serie) pesa circa 170 chili contro i 97 chili che possono rappresentare il peso medio di un cross. Ecco che 15 chili di differenza tra un pilota e un altro in velocità variano il carico sulle sospensioni dell’9% circa contro il 15% relativo al cross. La prima cosa da fare su una moto nuova , sempre che non siate quelli che aprono solo il gas, è valutare l’idoneità delle molle di serie: a grandi linee tenete presente che le molle coprono un range di + o – 5 chili rispetto al peso ideale per le quali sono tarate ( 75 Kg. per le moto europee e 70 Kg. per le giapponesi). Questa è la base da cui partire: le molle, in modo semplicistico, ma non poi tanto, garantiscono l’assetto statico della moto, ovvero determinano la posizione di partenza delle sospensioni. Se, per ipotesi, un pilota di 60 Kg. fa abbassare la moto di 8 cm. misurati al posteriore, un pilota di 90 Kg. la farà abbassare presumibilmente di 13 cm. C’è una differenza di 5 cm. che rappresenta il 16% dell’escursione della ruota posteriore! Il primo pilota si troverà a guidare una moto fin troppo maneggevole, il secondo un “chopper”. La forcella soffre degli stessi problemi dell’ammortizzatore, pur se in misura minore essendo gravata meno direttamente dal peso del pilota…ma ci sono staccate , discese e…atterraggi “lunghi”! È importante, a questo punto, ricordare che esistono da tempo delle soluzioni che demandano la funzione della molla all’aria, ultimissima è quella della nuova BMW HP2, in questi casi si può variare il “carico molla” gonfiando la sospensione e con un notevole risparmio di peso. Ora pensate a quanto spazio c’è a disposizione dell’aria nelle vostre forcelle, quest’aria, che come tutti i gas è comprimibile, offre una certa resistenza al movimento di compressione della forcella che va ad influire fondamentalmente sulla sensibilità alle piccole asperità. Con il funzionamento della sospensione si ha un notevole aumento della temperatura che innalza la pressione e, quindi, la resistenza offerta dall’aria stessa. Per questo motivo sul tappo superiore della forcella , oltre al registro di estensione o compressione ( a seconda del costruttore) e dell’eventuale precarico molla, in posizione decentrata c’è una vite, di solito a croce, svitando la quale si ripristina la pressione normale della forcella. Questa manovra va eseguita a caldo con la moto sollevata da terra. Se non avete mai provato vedrete che sentirete un’apprezzabile differenza nel funzionamento della forcella, soprattutto su certe moto che montano sospensioni anteriori con una più spiccata tendenza al “fisiologico tirare dentro” aria durante l’uso rispetto ad altre. Se, invece, ogni tanto provvedete allo spurgo dell’aria, ditemi quante volte lo rimandate perché: siete stanchi, il cacciavite chissà dov’è, avete rovinato l’intaglio della vite e non riuscite più a svitarla, la moto è sporca e avete paura che possa entrare qualcosa nella forcella o di perdere la vite e via così con altri mille motivi per cui se ci fosse un sistema più pratico lo potremmo fare ogni volta che scendiamo dalla moto. Ma se al posto di quella vite ci fosse una valvolina, non sarebbe più semplice!? Ai più attenti non sarà sfuggito che su qualche mezzo ufficiale c’è questa valvolina, ma noi mortali dove l’andiamo a prendere? Fintanto che, recentemente, abbiamo notato una strana scatolina sulla piastra superiore di un “avversario”; com’è come non è abbiamo saputo che un ex-attrezzista ingegnoso, che ormai da alcuni anni si occupa di sospensioni, ha messo a punto un kit di spurgo rapido. Siamo uomini dal cacciavite facile, ma se c’è qualcosa di meglio…una veloce indagine e siamo al telefono con Rampoldi allo 0331-833696. l’accordo è presto fatto: gli diamo 52 euro e in cambio ci fa avere il kit da “ufficiali”. Il “pezzo speciale” è costituito da due raccordini a 90° da inserire al posto delle odiate viti di spurgo, delle quali vengono utilizzati gli O-ring, dalla scatolina magica, che è una valvola a pressione, e dalla tubetteria di raccordo , che tagliata alla lunghezza desiderata va ad inserirsi in dei praticissimi innesti rapidi. La valvola è costituita da una scatola in alluminio (3x3x1,5 cm.) che presenta da un lato un foro d’ingresso per il tubetto in arrivo dalla forcella, e un secondo foro per l’uscita dell’aria. Sul lato opposto c’è un bottoncino premendo il quale si permette il passaggio dell’aria in sovrappressione rispetto a quella ambientale. Il tempo di installazione è di qualche minuto, per fare le cose bene e non lasciare la valvola priva di un supporto o fissata al manubrio con un elastico, c’è da perdere un po’ di tempo a studiare la soluzione migliore per attaccarla alla piastra superiore. Noi ci siamo serviti di una staffetta metallica ad L che abbiamo potuto fissare ad un foro filettato presente nella parte anteriore della nostra piastra. L’operazione di installazione del kit e comunque molto semplice e…pfff funziona! Comodissimo veramente , un dito sotto il manubrio e…già fatto!!! Da alcuni mesi stiamo utilizzando lo spurgo rapido con piena soddisfazione nostra e invidia degli amici,… poca perché se lo sono comprati anche loro. Siccome, però, non ci pagano per tessere lodi bensì per essere cattivi, vorremmo dire che saremmo anche disposti a spendere qualcosa in più per una maggiore cura estetica (anche solo una semplice lucidata o anodizzazione dei metalli), gli O-ring e una staffetta “universale” modificabile compresi nel kit. Eventualmente potrebbe essere disponibile un kit base e uno, più costoso, completo di tutto. Per inciso ci sentiamo in dovere di dire che lo spurgo rapido è, comunque, poco visibile e gli innesti rapidi dei tubetti sono in plastica di colore abbinato alle varie marche motociclistiche. P.S. i toni sdegnosi nei confronti di quanti si curano poco della meccanica sono fondamentalmente dettati dall’invidia per il tempo libero che hanno, non perdendolo dietro alle continue messe a punto, e per i soldi che risparmiano dalle costose preparazioni!
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